Poesie 2018
Poesie scritte nell'anno 2018

L' ATTIMO PRIMA
Striscia soffrendo
su un letto di pietra,
si rigira inquieta
al buio la piaga.
Si spegne di notte
la fioca candela,
stordita nel sonno
profondo la pena.
All'alba distratta
di un quieto risveglio
l'odore di pioggia
si attorciglia al collo.
Mi arrendo all'incerto
chiarore infinito
e soffio nell'aria
ogni segno incompreso.
Mi aggrappo alla foglia
che vola nel vento,
vibrando leggera
verso il cielo aperto.
Il tempo d'attesa
non ha più parole.
Smarrita nel vuoto
dipingo nei giorni
la culla incantata
di tutti i miei sogni.
Riempio la luna
di un lungo sospiro;
quell'attimo prima
... di morire piano.

L' INGANNO
Al tuo petto sicura
appoggiata la sposa
scopre brusca a sinistra
una donna distesa.
Chi sia non saprei,
non l'ho vista mai;
il tuo lato nascosto
che di me non conosco.
Svelato il segreto,
di vomito è il gusto:
Eva il suo nome,
respira al mio fianco.
Doppio l'amore
in un unico abbraccio.
Triste il pallore
di un duplice inganno.

LA DISILLUSIONE
Tremore violento
silenzio di un grido,
respiro affannato
che assale improvviso.
Ti cerco felice
ti lascio piangendo,
si spegne in un soffio
la forza del vento.
Poi aspetto nel buio
seduta su un muro
che passi l'angoscia
di un cielo blu scuro.
Neppure una stella
mi prende per mano,
tra nuvole opache
desidero invano.
Piovono lacrime
sotto a un lampione,
ingoio giù amara
la disillusione.

IL CRUDO OMICIDIO
Respira piano,
soffre profondo,
resiste in silenzio
della morte il percorso.
Vegliando accarezza
l'amore malato,
disteso sul letto
nel vuoto sospeso.
Fine annunciata
osserva indifesa
giorno per giorno
la lugubre attesa.
Incubo vero
non ti racconto,
del male in segreto
uno scoppio di pianto.
Sguardo struggente
richiami il passato;
sul varco segnato
poi scivoli indietro.
Ma non sa guarire
un forte ricordo
le macchie di sangue
sul candido corpo.
A terra il cadavere,
per errore ucciso.
Gli orrori calpesto
di un crudo omicidio.

NEL CORRIDOIO
Pulito il cielo accarezza la mano
tra baci bagnati di un creato sereno.
Secca l'aria rimane in silenzio asciugando lacrime aggrappate nel vento.
Occhi di madre che guardano dentro,
raggio che scalda nel triste spavento.
Scroscio violento del dubitare,
tetro il terrore di un nero pugnale.
Sotto il diluvio un piccolo ombrello
ingenuo protegge dal torvo sospetto.
Trovato un rifugio nel corridoio,
il vecchio e il nuovo
si azzannano contro.
Chi sopravvive all'ardito assedio,
stringe la sbarra di un falso rimedio.
Cieca fiducia o dubbio letale,
perché non mi afferri e mi lasci morire?
Alla fine del tunnel riappare il sole
sull'uomo ferito
dal sapersi fidare.
tra baci bagnati di un creato sereno.
raggio che scalda nel triste spavento.
tetro il terrore di un nero pugnale.
ingenuo protegge dal torvo sospetto.
il vecchio e il nuovo
si azzannano contro.
stringe la sbarra di un falso rimedio.
perché non mi afferri e mi lasci morire?
sull'uomo ferito
dal sapersi fidare.

MIO AMORE LONTANO
Da solo sul ponte
mi guardo vicino,
nel torbido luglio
non sembro nessuno.
Ti ho scritto un biglietto,
mio amore lontano,
mancanza che strappa
dal petto il respiro.
Mi schiaccia la vita,
mi scivola piano.
Si squaglia il dolore
in un palmo di mano.
Poi guardo su in alto
e non penso più.
Ora sto volando
lì dove sei tu.
mi guardo vicino,
nel torbido luglio
non sembro nessuno.
mio amore lontano,
mancanza che strappa
dal petto il respiro.
mi scivola piano.
in un palmo di mano.
e non penso più.
lì dove sei tu.

LA MOSSA MIGLIORE
Spaziando la mente
affresca nel cielo
drappeggi rosati
di un giorno sereno.
Scrutate le carte
di angosce future
sopiscono lente
dubbiose paure.
Solitario vagare
intorno alle stelle
contempla i colori
di un Saturno ribelle.
Vita di sogni
che sai esser vani;
non qui, non ora,
i miei viaggi lontani.
Afferro non vista
breve la vibrazione
e mi perdo annebbiata
nel tuo cosmo interiore.
Fuori dal mondo
oltre tutti i confini,
racchiuse in un pugno
più di mille emozioni.
Un brivido assorto,
sull'astro ghiacciato,
di abbracci sofferti
stringe stretto il vestito.
La fame d'amore
tra incanto e reale
getta in gabbia l'inganno
di una dolce illusione.
Sotto scacco matto,
privo di soluzione,
l'enigma ingegnoso
fa la mossa migliore.
Con gli occhi socchiusi
senza più tremore,
sul filo sospesa...
riprendo a volare.

MALE ARRABBIATO
Palla sbattuta dentro al recinto,
nel turbine iroso che ruota cruento.
Nodo alla gola schiaccia la testa,
manca il respiro nell'aria compressa.
Prendo un'accetta e mi taglio la mano,
brucia il dolore che strappo lontano.
Fuggo da te e pure dal mondo,
ma il male arrabbiato
mi rotola dentro.

IN FONDO AI TUOI OCCHI
Mi parli di rosso,
ti vesti di blu.
La tua testa di colpo
mozzata va giù.
Quello che sei non è
il mondo che credi.
Temo al buio l'agguato
dei tuoi volti segreti.
Qual è la tua faccia?
Non la trovo più.
Cerca in fondo ai tuoi occhi,
potrai dirmelo tu.

IL FIORE AMMALATO
Ti ho colto in un campo
dal dolce profumo,
ti ho posto in un orto
di amore nutrito.
Poi passa l'inverno
le tante stagioni,
la chiara corolla
si riempie di rami.
Di frutti pregiati
di steli intricati
di rabbia calore
di gioie e sospesi.
Bocciolo che cresci
in mezzo ai roveti
ti muovi nel vento
tra colpe e segreti.
Lo strappo e lo getto
perché non odora,
di petali a pezzi
non posso aver cura.
Raccolto da terra
mi taglio di spine,
giù scendono gocce
tra fresche ferite.
Cadono lacrime
di rosa sul prato.
Ricopro di baci
quel fiore ammalato.
